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Casteltermini (AG)Gesù mi libera da un maleficio

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Mi chiamo Agata e con questa mia testimonianza voglio dare gloria al Signore per quello che ha fatto nella mia vita. All’età di 17 anni iniziai a star male, mi sentivo oppressa ed avevo sempre paura di tutto e di tutti; mi sentivo tormentata giorno e notte da malesseri interiori ed ero in preda alla disperazione. Credendo che i miei problemi fossero dovuti ad un fattore psicologico, andai da una psicologa, la quale mi prescrisse dei psicofarmaci e per quattro anni andai avanti così, ma non vedendo nessun risultato, poiché mi stavo alienando, lasciai perdere gli psicofarmaci. Dieci anni fa, nel 1999, io e mio marito ci siamo convertiti al Signore e iniziammo a frequentare una Gruppo di preghiera del RnS, ed è stato solo allora che si è capito da dove venivano i miei malesseri. Di certo non era una patologia da affrontare con delle terapie mediche, ma erano dei problemi spirituali. Entrambi gravi da non poter risolvere con le mie sole forze; la prima era una ferita interiore che mi aveva traumatizzata nell’infanzia; la seconda anch’essa grave, poiché causata da malefici, essendo stata oggetto di maledizioni e di malefici da legature e da magia, pur non essendo mai stata in contatto con maghi né aver praticato pratiche malefiche. In questi dieci anni mio marito mi è stato sempre vicino, sia dal punto di vista umano che spirituale, assistendomi ed aiutandomi con la preghiera. Molti sacerdoti mi hanno aiutata con la preghiera di liberazione e o di esorcismo, ma senza nessun risultato. Da parte mia, mi aiutavo sia con la preghiera personale che comunitaria, andando ogni giorno a Messa e nutrendomi dei Sacramenti; tutto ciò mi aiutava a crescere nella fede e mi dava forza per continuare nonostante la mia sofferenza. Anni fa, a causa di vari problemi, io e mio marito siamo stati costretti a lasciare il Gruppo di preghiera, e proprio quelli che dovevano aiutarci e starci vicino con l’amore del Signore, anziché darci un aiuto ci hanno abbandonato. In questi anni, non nego che in certi momenti perdevamo persino la speranza; sono stati momenti terribili, momenti pieni di disperazione, di angoscia, di smarrimento e di scoraggiamento; tante tribolazioni si accavallavano una dietro l’altra; momenti questi che ci hanno fatto attraversare il deserto sia spirituale che psicofisico. Nonostante ciò, confidavo nel Signore ed ero certa - e mio marito più di me-, che prima o poi Gesù doveva ascoltare la mia povera e umile preghiera e quella di mio marito. La Parola del Signore mi dava la forza per andare avanti e non smarrirmi, poiché amo il Signore con tutto il cuore, con tutta la mia mente e con tutte le mie forze. Pregando sempre -insieme a mio marito -, riuscivo ad andare avanti, anche se a stento, poiché l’amore di Dio mi sospingeva. Mi chiedevo, ma non è proprio quando hai un bisogno, che i fratelli che ti stanno vicino, ti devono aiutare e sostenere! Purtroppo però ci si accorge che molti seguono il Vangelo soltanto a parole e non con i fatti. Il discorso di Gesù è troppo duro e molto impegnativo vero! Ma, qualunque sia stata l’offesa o la mancanza, Gesù ha detto che si deve perdonare e Lui ci ha dato l’esempio. Sulla Croce alzando gli occhi al Cielo disse: padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno. Quante volte, anche noi, non siamo stati capaci di perdonare le offese ricevute! Quante volte non siamo stati capaci ad accogliere un fratello che ha sbagliato! E anziché riportarlo ai piedi della Croce, lo abbiamo scacciato via, lasciandolo da solo, in balia dell’oceano in tempesta. Ma, Gesù, non ha forse detto di essere venuto, non per i giusti, ma per i peccatori! Non ha forse detto, di perdonare le offese fatte o ricevute! Vero è, che un buon cristiano, deve, non solo chiedere perdono, ma deve saper perdonare per essere a sua volta perdonato. Se manca il perdono si è ancora lontani dal regno di Dio; si è soltanto come quei sepolcri imbiancati, belli fuori e ripieni di marciume dentro. Ipocriti che prima o poi dovranno convertirsi al Vangelo oppure far cadere la loro maschera di falsità e di ipocrisia e seguire le orme di colui che li ha ingannati e persuasi alla morte eterna. Io ho voluto seguire le orme di Dio, quelle orme che mi portano nei pascoli erbosi e che nulla mai mi mancherà, poiché so in chi ho creduto. Il suo Nome è al di sopra di ogni altro Nome: Gesù Cristo il Nazareno. Fin qui ho voluto esporre questi fatti, proprio per far capire quanta sofferenza e quanta angoscia e quante tribolazioni ho dovuto attraversare, e non solo io, ma tutta la mia famiglia, per causa di un trauma interiore, di un maleficio avuto fatto, e di incomprensioni da parte di alcune persone vicini a noi, che poi si sono rivelate senza amore e senza carità. Ma ringrazio Dio e poi mio marito che mi ha curata col suo amore e sostenuta in questo arduo cammino. Nei primi di dicembre del 2008, tramite internet, mio marito venne a sapere che a Casteltermini (AG) presso il Malva Hotel, dal 12 al 14 dicembre, doveva esserci un Convegno di preghiera del Rinnovamento Carismatico Cattolico di Iniziativa di Comunione. Dopo averne discusso, decidemmo di prenotarci dal 13 al 14. Il programma del Convegno era veramente molto ricco e dai leader carismatici che dovevano essere presenti, mio marito sentiva nel suo cuore, che quei giorni dovevano essere una grazia per tutti i presenti e perciò nei giorni prestabiliti ci recammo a Casteltermini. Non vi dico quanti ostacoli e impedimenti vari, il diavolo aveva cercato di mettere il giorno della partenza, ma, eravamo oramai coscienti e decisi a tutto pur di arrivare al Convegno; così appena arrivati in albergo, ci recammo a pregare. La sera del sabato dopo una intensa e meravigliosa preghiera di lode e di guarigione, incominciai a stare male; varie manifestazioni mi si presentavano e non riuscivo a controllarmi; ero - in quel momento -, sotto il dominio della vessazione e pertanto non mi rendevo conto di nulla. Mio marito mi stava sempre accanto e mi aiutava come poteva. Un fratello della Comunità di Casteltermini, venne da noi, dove eravamo seduti e vedendo in quale stato mi trovassi, parlò con mio marito e lo pregò di seguirlo; ci portò in una stanzetta e dopo pochi minuti venne con un sacerdote, p. Patrik Etù; pregarono per me per pochi minuti e resosi conto delle manifestazioni demoniache, poco dopo non volle continuare oltre; disse a mio marito che oltre la vessazione c’era anche una lieve forma di possessione e che pertanto ci voleva l’esorcista. Il fratello Vito rassicurò mio marito dicendogli che se Gesù li aveva fatti venire a quel Convegno, sicuramente non sarebbero andati via a mani vuote, ma che Gesù si sarebbe preso cura della moglie, nonché di sua figlia. Gli disse inoltre, che l’indomani mattina avrebbero pregato per me con il sacerdote esorcista p. Emanuele Zippo. Il fratello Vito, essendo uno degli anziani della Comunità di Casteltermini, si prese l’impegno di aiutarci e pertanto, promise a mio marito che per nessuna ragione al mondo si sarebbe dimenticato di me. Così la domenica mattina, appena il fratello arrivò in albergo, non vedendoci ci fece chiamare; quella notte non avevamo dormito neanche per un istante; ma all’alba ci eravamo addormentati. Mi recai subito nel salone insieme a mio marito e trovammo il fratello Vito, il quale aveva predisposto un Ministero di guarigione al fine di pregare per me. Mi portarono insieme con mio marito nella stanzetta della sera precedente ove trovai p. Emanuele Zippo. Parlai col sacerdote e spiegai ogni cosa, dopodiché p. Zippo chiamò il fratello Vito e gli disse di entrare insieme agli altri fratelli preposti a tale Ministero. Tutti iniziarono subito a pregare col dono delle lingue, mentre p. Emanuele pregava per me. Dopo avermi unta con l’olio santo, e i fratelli mi tenevano onde evitare di farmi male poiché gesticolavo per liberarmi della loro presenza, p. Emanuele Zippo con autorità ordinò al demonio e a tutte le presenze demoniache di lasciarmi nel Nome prezioso di Gesù. Finalmente, dopo quasi mezz’ora di preghiera e di sofferenza, oramai esausta ero veramente libera; non ero più succube del maligno, ma libera di lodare il Signore Gesù risorto. Con le lacrime agli occhi, non più di sofferenza, né di angoscia, ma di gioia, abbracciai mio marito e il fratello Vito e insieme lodammo e ringraziammo l’Iddio Onnipotente. Gesù non solo mi ha liberata, ma mi ha donato un cuore nuovo e uno spirito nuovo per lodarlo ogni istante della mia vita. Poco dopo, il caro fratello p. Emanuele Zippo partì per Roma ove presta la sua umile missione, ma è rimasto nel mio cuore e di tutta la mia famiglia. Ringrazio con tutto il cuore, prima Dio e poi i fratelli che mi hanno assistito nella preghiera, i quali sono stati come il “buon Samaritano” del proprio prossimo. Un grazie di cuore al fratello Vito che ha accolto me e mio marito, come degli angeli e senza porre nessun ostacolo, anzi si è speso per la riuscita della preghiera e della mia liberazione, prima che partisse p. Emanuele. Sono convinta che senza il suo aiuto sarei ancora sofferente, ma ringrazio Dio che ha mantenuto la promessa e che non si è dimenticato di me. Un grazie di cuore a padre Emanuele Zippo il quale, come un umile asinello di Gesù, porta ai cuori afflitti e ai prigionieri, la liberazione e la guarigione nel Nome prezioso di Gesù. Spero che questa mia testimonianza possa dare speranza a tutte quelle persone che si trovano nella disperazione e che pensano che ormai la vita non abbia più senso. Io vi dico che il Signore Gesù ha cura di quanti lo invocano e adempie sempre le sue promesse di bene. A Te Gesù, va la gloria e l’onore nei secoli.

Gennaio 2009 Agata

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